Quadri moderni, Best Sellers Arte21 e la Ricerca Artistica

Nella prima sezione di questa pagina raccolgo le opere preferite negli anni dai miei clienti. Quadri moderni di paesaggi urbani, ritratti realizzati da foto, lavori per arredamento, ritratti di personaggi celebri anche realizzati su commissione, rielaborazioni digitali di pittori famosi, quadri di nudo. Non essendo dipinti a mano, ma tecnicamente riproducibili, ognuno di questi lavori è oggi esposto in diverse case in parti diverse del mondo, magari con formati e tecniche di stampa diverse. Alcuni li ho anche io appesi alla pareti di casa mia, ed è bello guardare un quadro pensando che qualcun altro altrove sta guardando lo stesso quadro a centinaia o migliaia di chilometri di distanza.

Nella seconda parte della pagina ho rivisitato alcuni quadri famosi della storia dell'Arte.

In fondo una breve nota sul percorso della mia ricerca artistica.

Quadro Buddha

Quadro Buddha

da 75 €

Quadro New York

Quadro New York

da 75 €

verticali

Star

da 75 €

quadri roma

Quadro Roma

da 75 €

quadro di-nudo-9

Nudo - 9

da 75 €

quadro moderno Taxi

NY Taxi

da 75 €

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Billie Holiday

da 75 €

quadro dolce vita

Dolce Vita

da 75 €

ritratto Charlie Chaplin

Charlie Chaplin

da 75 €

quadro parigi

Quadro Parigi

da 75 €

ritratto da foto 22

Ritratto Africa

da 75 €

quadro venezia

Quadro Venezia

da 75 €

Mohamed Alì

Mohamed Alì

da 75 €

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Sam Cooke

da 75 €

moto

Moto Guzzi 1956

da 75 €

quadro rolling stones

Keith Richards

da 75 €

quadro nonno

Made in Italy

da 75 €

quadro Tango

Tango

da 75 €

quadro zen

Arciere Zen

da 75 €

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Legs

da 75 €

ritratto da foto 21

Nudo 1

da 75 €

Fiat 500

Fiat 500

da 75 €

quadri fiori

Fiori

da 75 €

quadri jazz

Jazz-D minor

da 75 €

bianco e nero

Bianco e Nero

da 75 €

Nudo orizzontale

Nudo orizzontale

da 75 €

Anna Magnani

Anna Magnani

da 75 €

bacio

Bacio

da 75 €

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stampe-moderne

Quadri realizzati partendo dalle opere dei grandi maestri della storia dell'arte

Nessun uomo è un'isola, come pure nessun artista è un'isola. Quando si parla di arte bisogna sempre tener presente che in realtà l'artista produce opere guardando sempre al passato, al presente e al futuro, perché l'arte è anche un grande discorso tra artisti che si ammirano, si studiano e cercano di capire come chi è venuto prima di loro abbia risolto i problemi che la creazione artistica porta con sé. Tutti gli artisti moderni hanno "parlato" con gli artisti delle generazioni che li hanno preceduti ed è questo ininterrotto dialogo, spesso acceso e anche pieno di contrasti, che regala a ogni generazione i suoi quadri moderni. In questa sezione voglio presentare alcune rielaborazioni di opere di grandi maestri del passato rilette in chiave moderna, un po' un omaggio, un po' delle citazioni, un po' un modo per non perdere il filo di un discorso che prosegue da quando alcuni nostri antenati hanno iniziato a dipingere sulle pareti delle loro caverne.

Se sei interessato ad acquistare uno dei quadri di questa pagina, puoi contattarmi per definire le dimensioni che ti servono e le tecniche di stampa.


andrea-bonaventura

La Ricerca Artistica

Il termine moderno riferito all’arte si può interpretare secondo diverse accezioni, da quella più storicamente connotata, volta a definire un periodo della storia dell’arte ben definito, a quella più volta a indicare una rottura con schemi di ricerca nel percorso artistico di un singolo artista o più propriamente di una generazione di artisti rispetto agli schemi o le tecniche o le impostazioni che gli altri artisti hanno adottato fino a quel momento. La ricerca artistica che ho condotto negli ultimi venti anni credo si possa definire moderna in quanto è una ricerca volta a sperimentare i linguaggi e le tecniche che possano dare interpretazione artistica al mondo delle rappresentazioni fotografiche che negli ultimi cento anni è cresciuto in maniera così esponenziale da trasformarsi in una vera e propria realtà con cui l’artista deve fare i conti.

Questa realtà genera in tutti noi emozioni, pensieri e sentimenti in maniera altrettanto forte e determinante di quanto non faccia il mondo reale. Un tramonto o un viso umano, o un nudo lasciano attraverso i nostri sensi delle tracce nella nostra mente, tracce a cui gli artisti di ogni epoca hanno dato ordine e testimonianza attraverso i loro quadri, ognuno secondo i suoi percorsi e le sue motivazioni. La fotografia di un tramonto, la fotografia di un volto umano, la fotografia di un nudo generano un mondo di tracce dentro di noi altrettanto imponente. Come può un artista oggi dare interpretazione, testimonianza e ordine a questa realtà delle rappresentazioni? E’ la domanda che mi sono posto nel fare i quadri digitali. Usando il computer e le tecniche di stampa digitali si riesce a dare lettura artistica a questo mondo di rappresentazioni come prima si riusciva a dare lettura artistica al mondo reale con i pennelli e i colori a olio.

Molte volte i problemi che si incontrano sono esattamente gli stessi. Affrontare un problema di equilibrio formale o cromatico, dare una struttura a una immagine che si crea, non rende questo tipo di ricerca moderna tanto dissimile dalla ricerca di un pittore di altre epoche, con tutti i distinguo necessari dovuti ai diversi contesti culturali e di motivazione di epoche diverse. Ciò che può permettere però di definire moderna una ricerca di questo tipo, più che il suo connotato cronologico, è lo spostamento dell’oggetto a cui si vuole dare dignità di interpretazione artistica. Non è più il paesaggio o il viso umano che andiamo a dipingere, ma la foto del paesaggio o del viso umano che andiamo a studiare e a tradurre in sintesi artistiche.

La realizzazione finale del quadro è generalmente una stampa professionale su carta eventualmente montata su legno o stampa digitale su diversi supporti (alluminio, tela, plexiglass...) a seconda del tipo di immagine o delle specifiche esigenze del cliente.

Quadri moderni: i miei maestri

L'artista per sua fortuna non parte mai da zero. Prima di lui ci sono stati altri artisti e prima di loro altri ancora. Chi fa arte senza essersi mai interessato agli artisti che lo hanno preceduto forse non capisce che l'arte è un percorso continuo e non discreto. E come chi è ossessionato dall'idea di fare “qualcosa di nuovo” difficilmente poi riesce ad essere all'avanguardia o quantomeno a dare risposte soddisfacenti ai problemi che l'arte visiva del suo tempo gli pone. Qui non voglio ovviamente fare una storia dell'arte, mi fa solo piacere ricordare gli artisti e i quadri che più hanno influenzato la mia crescita come artista e di questi raccontare brevemente cosa mi ha più colpito.

quadri-moderni-chagall

Chagall

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Kirchner

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Matisse

Chagall è stato sicuramente uno dei miei punti di riferimento quando ho iniziato a dipingere. I suoi quadri sono moderni perché riescono a costruire nuovi equilibri di cose conosciute, e riescono a farlo al tempo stesso sia dal punto di vista cromatico che da quello formale. Un violinista col viso di un colore tra il verde pino scuro e il blu e con una mano sinistra che esprime il concetto di impugnatura dello strumento è un violinista che ri-conosciamo pur senza averlo mai visto, perché l'opera ci restituisce ciò che conosciamo del musicista in una versione nuova alla nostra esperienza visiva.

L'espressionismo tedesco è stato un altro punto di riferimento nei miei primi anni da pittore, Kirchner soprattutto per l'uso del colore. Sono anni della produzione artistica mondiale che veramente possiamo definire moderni, perché le componenti di ogni quadro stravolgono l'idea di bello ma conservano un rigore che nasce anche dalla sofferenza degli artisti nel tentativo di mantenere la coerenza del loro ruolo in un mondo travagliato da avvenimenti sociali devastanti. E tutti i punti di riferimento a cui l'uomo era abituato cambiano anche nella costruzione artistica. I due gialli di sfondo di questo quadro mi hanno sempre affascinato, in questo lavoro trovo come un percorso comune con certe tele di Matisse, soprattutto nelle zone dove il colore viene dato puro. La verticale nera e il fiocco bianco riescono a dare a tutto l'insieme i parametri di riferimento per dare un senso a tutti gli altri colori. E questo è forse uno dei grandi insegnamenti dell'Espressionismo, sia quello figurativo che il successivo espressionismo astratto.

Ecco che torna in questo dipinto di Matisse la grande lezione degli espressionisti: le punte di bianco e di nero che danno un senso agli altri colori, li fanno accettare nei posti più inconsueti e li organizzano negli spazi più imprevedibili. Il verde sul naso, il blu dei capelli, il giallo sul viso, acquistano senso perché hanno i punti estremi del bianco e del nero come riferimenti, e non solo siamo costrtti ad accettarli come reali, ma addirittura diventano nel quadro più reali di un qualsiasi incarnato o biondo o castano.

quadri-moderni-soutine

Soutine

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Modigliani

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Maschera GURUNSI - Burkina Faso

Di Chaim Soutine ho sempre ammirato il rosso. I suoi rossi sono i tra i rossi più belli che la storia dell'arte moderna ci abbia mai regalato. Carichi, mai piatti, con un'anima di nero e incurante di rispettare i loro stessi confini questi rossi trasmettono il tormento di un'epoca tra due guerre e infinite persecuzioni. La pennellata ricorda le comuni origini con Chagall, ma dell'evasione onirica non rimane niente, indirizzata come è al disfacimento delle forme.

Modigliani è secondo me la dimostrazione pura di come l'arte moderna occidentale non sia un discorso indipendente dalle ricerche fatte in passato da artisti di altre parti del mondo. I ritratti di Modigliani, ma soprattutto le statue, hanno risentito abbondantemente della forte impressione che sugli artisti nella Parigi della prima metà del secolo scorso ebbero le loro visite ai musei dove trovarono esposte le opere d'arte africane. Se osserviamo certe maschere dell'Africa subsahariana e le confrontiamo con le statue di Modigliani o con i suoi ritratti, ma anche con quadri di Picasso (penso alle Demoiselles d'Avignon) ci possiamo rendere conto di come l'idea di “nuovo” nell'arte sia un finto problema.

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Cézanne

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Van Gogh

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Gauguin

Se nella storia dell'arte volessimo proprio dare una data di inizio alla produzione di quadri moderni dovremmo secondo me prendere in considerazione la produzione artistica di Cézanne come punto di riferimento, Cézanne ma anche Van Gogh e Gaugain. Tre artisti accomunati dal rigore della ricerca, dei modelli di come l'artista dovrebbe affrontare il suo lavoro e i problemi che l'arte visiva pone. Con Cézanne finalmente l'arte assorbe la lezione degli impressionisti superando però il disordine che l'impressionismo aveva portato per liberare gli artisti dalla produzione accademica. La ricerca di Cézanne porta un nuovo ordine nell'arte e conduce l'artista a liberarsi dalla riproduzione “fotografica” del mondo reale, lo porta alla libertà di piegare i suoi soggetti alle necessità di un ordine formale da lui convintamente scelto. La base del piatto che contiene la frutta in questo quadro è un esempio della rivoluzione moderna di Cézanne: una base decentrata e un piatto sbilanciato verso il bordo del quadro sono l'affermazione convinta che oltre al “reale” esterno all'artista esiste una costruzione che l'artista fa a partire dalla sua percezione, e se questa costruzione ha necessità di sacrificare il soggetto dipinto per una interpretazione di ordine ed equilibrio deciso dall'artista, questo è possibile e legittimo farlo. E questa lettura moderna del mondo porta gli artisti successivi a introdurre nelle loro opere la possibilità di inserire altre dimensioni, prima tra tutte la dimensione “tempo”, introdotta dai grandi artisti della successiva ricerca cubista.

Van Gogh, il secondo dei precursori di un nuovo modo di fare arte, non riuscì a mettere tutto il bianco che avrebbe voluto in questo dipinto, e si raccomandò che almeno la cornice fosse bianca. Anche lui piegò il soggetto alle moderne necessità espressive, partendo dall'impressionismo ma superandone il senso della pennellata e da lui partirono gli espressionisti tedeschi per affermare il principio che il pennello può essere sì usato per rompere il colore come lo voleva l'accademia prima degli impressionisti, ma in questa rottura deve fissare i sentimenti dell'artista e non solo i colori della natura. Da Van Gogh ho trovato conferma che guardare il mondo con gli occhi socchiusi e facendo filtrare il minimo di luce possibile, ci porta a scoprire nuove strutture. La lettura delle sue lettere a Theo è forse una delle testimonianze più struggenti di come possa essere difficile la carriera dell'artista quando l'ambizione non è la fama ma la soluzione rigorosa dei problemi che fare arte pone.

In Gauguin abbiamo la liberazione dell'arte visiva dalla schiavitù dell'ombra. Il colore acquista un nuovo senso perché riempie da protagonista le sue forme incurante degli obblighi dati dalla prospettiva. La sua forza è la semplicità, le sue opere più che armonie sono melodie di colore e il ritorno alla semplicità delle forme e alla loro sintesi rappresenta secondo me il percorso di liberazione dal superfluo raggiunto solo dai grandi artisti.

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Picasso

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Picasso

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Picasso

Chiunque e in qualsiasi modo faccia arte, non può non fare i conti con Picasso. Un artista che ha attraversato l'arte moderna in ogni direzione: dai suoi rapporti con la tradizione spagnola alle ricerche sull'arte africana, dalle estreme conseguenze della lezione di Cézanne al surrealismo, un artista che nei suoi quadri in ogni direzione intrapresa ha lasciato il segno. Per me è sempre stato un punto di riferimento, perché i problemi che si è posto li ha affrontati senza vincoli e senza il pudore che la falsa coerenza con un unico stile porta con sè: solo così si arrivano a trovare le soluzioni migliori e più convincenti nella produzione artistica. Per anni ho studiato il suo cubismo che non è stato mai chiuso in se stesso come quello dei suoi contemporanei. Ho cercato di capirlo anche quando ho iniziato a dedicarmi all'arte digitale, perché le soluzioni proposte da Picasso sono uno dei pochi modi che la storia dell'arte occidentale abbia trovato per inserire il tempo come dimensione fondante degli equilibri compositivi.

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Klee

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Mirò

Da Mirò ho imparato che in un quadro non è necessario dire tutto, ma quello che vuoi dire, se vuoi essere capito, puoi dirlo con parole semplici. Le frasi di Mirò sono semplici, ma non c'è mai una parola superflua, alcune opere sono una sintesi perfetta di quello che è possibile in pittura. La precisione che mette nella sua pittura mi ricorda certi ideogrammi di scrittura zen per quanto sono precisi formalmente e densi di significato: ogni sua pennellata è là ed è perfetta, non poteva essere fatta diversamente, è l'espressione pura di un processo di sintesi che irride qualsiasi prolissità.

Klee mi ha insegnato, tra le altre cose, che il supporto su cui si lavora è importante tanto quanto il colore che si usa, e questo insegnamento me lo porto dietro anche nella produzione di arte digitale. I suoi esperimenti su carta di giornale, juta, tela, e su tutti i tipi di cartone ci fanno capire che il processo complessivo di percezione di un'opera è dato da tanti fattori anche apparentemente ininfluenti. La trama, la texture, la materia su cui si stende il colore diventa parte integrante di ciò che del quadro alla fine riusciamo a leggere.

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Grosz

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Heartfield

Ci sono tanti modi per provocare in arte, ma alcuni lasciano un segno molto più profondo di altri. Forse è Grosz l'artista che più tengo presente quando voglio pensare all'arte come provocazione e strumento di rottura delle convenzioni. Molto più di suoi colleghi Dada secondo me Grosz riesce a fare una critica moderna alla società nella quale visse. I suoi disegni e i suoi quadri sono una collezione di irriverenza e di critica all'ottusità di certa borghesia sposata agli apparati militari, istituzioni marce che insieme portarono lutti e tragendie nel nostro continente. E' quello di più profondo che può uscire da un artista quando vive in prima persona le tragedie del suo tempo e decide di schierarsi.

Con Heartfield sono entrato in contatto negli anni in cui iniziavo a lavorare utilizzando fotografie e scarti di stampe fotografiche. Non a caso era un amico di Grosz, la sua è un'arte moderna non solo per l'uso di nuovi mezzi, che da soli non bastano mai all'artista che segue una ricerca non superficiale, ma per essere riuscito a piegarli e trasformarli per rispondere alle stesse domande che si ponevano molti suoi contemporanei: non c'è un suo fotomontaggio che per quanto “politico” non risponda anche alla domanda di equilibrio nella composizione.

quadri-moderni-burri

Burri

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Rauschemberg

Burri è uno degli artisti del Novecento che, da quando ho iniziato a dedicarmi all’arte digitale, mi mette più in crisi quando guardo le sue opere. Il suo magistrale uso della materia per la costruzione di opere modernamente stupende dal punto di vista della composizione denuda il grande limite delle opere d’arte digitale: l’assenza di materia come protagonista. Questa assenza è la sofferenza maggiore per un artista digitale che ha iniziato con i pennelli, perché il rapporto che si crea con la propria opera quando si mette mano alla materia è naturalmente più profondo di quello che si crea col digitale, di sua natura più intellettuale come piacere e meno fisico. Si può ovviare a questo limite con interventi pittorici sulla stampa, o con composizioni come gli “imbullonati”, una serie di opere che ho realizzato combinando tecniche tradizionali con tecniche digitali, ma fino ad oggi il piacere fisico che dà all'artista un'opera materica è compensato solo in parte dal piacere intellettuale dato da un quadro digitale.

Rauschenberg è uno degli artisti della Pop Art che mi piacciono di più. Riesce nei suoi lavori a combinare in maniera coerente i diversi materiali e le diverse tecniche, mettendo sempre a frutto le lezioni sia dell'espressionismo astratto che di alcuni Dada ma senza mai cercare la provocazione fine a se stessa. E' moderno perché esplora sempre nuovi territori dell'espressione senza gettare via nulla degli insegnamenti preziosi dei grandi artisti a lui precedenti. E' il suo linguaggio a essere moderno.

Ovviamente avrei molti altri artisti da citare se penso ai quadri e le fotografie che mi hanno formato: Tina Modotti, Man Ray, Osvaldo Licini, Giacomelli, Wahrol, Kleine, Scialoja. Ma per il momento mi fermo qua...