Ritratti su commissione

Vuoi trasformare una tua foto in un ritratto d'arte digitale? Magari per fare un regalo originale o semplicemente perchè hai una foto a cui tieni e vuoi farla diventare qualcosa di ancora più prezioso?

Da anni mi sono specializzato nel ritratto d'arte digitale eseguendo ritratti su commissione. Più di dieci anni fa ho aperto a Roma il primo laboratorio in Italia dedicato al ritratto digitale. In questi anni decine e decine di persone si sono rivolte a me per trasformare una loro foto in un quadro digitale.

Ritratti su commissione: possiamo per prima cosa definire senza impegno che tipo di lavoro vuoi fare sulla tua foto. Mi potrai dare delle indicazioni magari su un colore dominante che deve essere presente nel quadro finale o su un formato particolare di cui hai bisogno. O anche spiegarmi meglio, se per esempio è un regalo, per chi deve essere o la storia che c'è dietro la foto che vuoi lavorare. Seguendo queste eventuali indicazioni ti presenterò alcuni provini tra cui sceglieremo insieme quello da stampare, decidendo anche le dimensioni definitive e il tipo di stampa che può valorizzare al meglio il ritratto creato dalla tua foto.

Ma quanto costa farsi fare un ritratto?

Il prezzo finale del ritratto dipenderà dalle dimensioni finali scelte e dal tipo di stampa, rimanendo mediamente in una fascia di prezzo tra i 400 e i 700euro. Se poi hai commissionato un ritratto da Milano, da Napoli o da qualsiasi altra parte del mondo, la spedizione fino a un formato medio è gratuita. Fai attenzione ai tempi se è un regalo che devi consegnare entro una data precisa: dal momento dell'ordine alla consegna passano circa due settimane.

Se il lavoro che vuoi commissionare è per uno scopo commerciale, contattami per definire un prezzo che comprenda i diritti di riproduzione dell'immagine creata.

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Alcune tipologie di ritratti su commissione


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Ritratto fisiognomico.

A volte nei ritratti su commissione il cliente mi dà l'esplicita indicazione di mantenere il volto del soggetto più riconoscibile possibile. Si può parlare in questi casi di ritratti fisiognomici, dove è necessario lavorare sulla foto senza perdere di vista l'obiettivo di trasmettere allo spettatore un'immagine chiara del soggetto. In questo ritratto su commissione di una attrice italiana ho cercato di restituire i tratti del volto immergendolo in un contesto da ritratto quasi rinascimentale, dove il contrasto che accende il quadro è dato dalla citazione astrattista della sezione a sinistra, con una macchia pittorica che porta la luce al volto sottolineandone la fisiognomicità.


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Ritratti: l'aspetto psicologico.

In molti ritratti più importante dell'aspetto strettamente fisiognomico è l'aspetto psicologico. Quando la foto ci suggerisce uno stato d'animo della persona ritratta è importante far sì che quel tratto venga sottolineato perché il ritratto acquista una profondità che va oltre la semplice riconoscibilità. In questo ritratto il cliente non era interessato tanto alla riconoscibilità del soggetto della foto, che pure per certi versi è stato mantenuto, quanto piuttosto voleva che fosse trasmesso e sottolineato uno stato d'animo che la foto di partenza portava con sé.


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Il Ritratto celebrativo.

I ritratti su commissione che possiamo definire celebrativi sono quelli dove il cliente mi chiede di lavorare sulla foto di un personaggio famoso, mi chiede quindi un omaggio a un suo idolo o comunque a un personaggio che per lui significa tante cose. In genere non vuole un semplice poster commerciale, ma un quadro dove alla riconoscibilità del personaggio famoso si associ un lavoro di interpretazione che gli restituisca anche i perché della sua affezione al personaggio. In questo ritratto stampato per il cliente in grandi dimensioni, ho dato la mia versione del Boss.


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Ritratti su commissione: il bacio.

Spesso tra i ritratti che mi hanno chiesto di fare c'era la foto di un bacio su cui lavorare. Il bacio è sempre una foto interessante, perché riesce a fare di due soggetti diversi un unico soggetto da ritrarre. Si riesce così a mantenere quel rapporto uno a uno con chi guarda il quadro, rapporto che secondo me per i ritratti è importante, in quanto si instaura un canale di comunicazione tra il ritratto e lo spettatore molto più forte. In questo ritratto il bacio è stato trattato lavorando molto sull'impatto cromatico. La citazione a Roy Lichenstein è evidente, anche se la texture riesce a dare un'altra chiave di lettura al ritratto senza rendere la citazione didascalica.


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Ritratti da foto d'epoca.

Le foto d'epoca sono senza dubbio tra le foto più interessanti su cui lavorare. A volte nei ritratti su commissione il cliente mi dà una vecchia foto di famiglia. In questo ritratto si tratta di una foto del 1913. Questo particolare ritratto è una lettura in chiave pop di una foto d'epoca, dove si gioca sul contrasto tra la foto antica e il sapore moderno dei colori. In altre versioni fatte dalla stessa foto l'attenzione era invece più rivolta a mantenere l'idea di tempo passato della foto. Da questa foto ho creato dieci ritratti diversi che ho presentato al Festival Internazionale di Fotografia di Roma nel 2006. Ringrazio il cliente per avermi dato l'autorizzazione a portarli in quel contesto.


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La citazione dalla foto.

Questi ritratti su commissione sono tra i lavori più interessanti, perché si riesce in genere ad avere una maggiore libertà di creazione. Al cliente non interessa che chiunque guardi il quadro riconosca il soggetto, anzi spesso vuole esattamente il contrario. Mi chiede di valorizzare magari il particolare di una foto in modo che rimanga un canale intimo di comunicazione, magari tra lui che regalerà il quadro e chi lo riceve, o tra lo spettatore e il quadro stesso. Il quadro può essere quindi esposto pubblicamente, tutti ne potranno godere, ma solo lui avrà alcune chiavi di lettura che lo legheranno al ritratto in maniera esclusiva.


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Ritratti su commissione: i bambini.

I ritratti da foto di bambini sono i ritratti più difficili. Un po' perché chi lo commissiona ha in genere un rapporto di affetto fortissimo e giustamente “geloso” col soggetto ritratto, un po' perché i bambini sono creature che nel panorama della specie umana fanno un capitolo a parte per la loro specificità e mondo interiore. Molti ritratti fondano la loro bellezza o profondità nell'aspetto “drammatico” sottolineato in fase di realizzazione. Mentre il volto di un adulto regge bene questa caratteristica sul volto di un bambino, a cui si associa sempre un'idea di fragilità o indifesa esposizione, la drammacità rischia un effetto amplificativo che spesso per chi riceve il ritratto in regalo o chi comunque vuole commissionarlo, visto il legame affettivo col bambino ritratto, diventa dura da accettare. Spesso allora si ricorre al mestiere, si realizza cioè un ritratto che va a sottolineare col colore o la grafica gli aspetti più innocenti e giocosi del volto. Non è ovviamente il caso di questo particolare ritratto, dove l'aspetto “drammatico” è quello predominante, aiutato dall'espressione del bambino ritratto nella foto di partenza.


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Il ritratto PopArt à la Warhol.

La notorietà di alcuni ritratti della Pop Art, penso in particolare alla Marylin di Andy Warhol, porta molti clienti a chiedermi esplicitamente un ritratto à la Warhol. Esistono oggi molte applicazioni che automaticamente trasformano una foto in una immagine virata in più colori che cerca di assomigliare allo stile pop art ricercato in questo caso. Si tratta nella maggior parte dei casi di lavori dozzinali e freddi, dove si vede chiaramente l'assenza di qualsiasi tipo di ricerca artistica. Personalmente cerco sempre di orientare chi vuole ritratti su commissione di questo tipo ad andare oltre la piatta citazione della Marylin, magari sfruttando la riproducibilità tecnica più che per il semplice viraggio del colore piuttosto in un'ottica di costruzione di un quadro a moduli dove i singoli pezzi funzionino insieme per una loro coerenza compositiva. Per chi proprio insiste con la Marylin, il risultato possibile è simile al ritratto commissionato qui a sinistra.


Alcuni consigli su come scegliere la foto per fare un ritratto.

Quando si ha in mente di commissionare un ritratto da foto, ovviamente la cosa più importante è scegliere la foto da lavorare. Non sempre questo è possibile. Molte volte i miei clienti mi hanno portato l'unica foto che avevano a disposizione del soggetto da ritrarre, spesso perché si trattava di un regalo o una sorpresa e non avevano modo di scegliere tra tante foto. In generale è possibile lavorare su quasi tutte le fotografie. Alcuni dei ritratti su commissione che ho realizzato e che più mi hanno soddisfatto sono stati creati a partire da semplici foto tessera. Altre volte erano foto non professionali scattate magari con un cellulare. Spesso è più importante un equilibrio di partenza che già la foto presenta che non la qualità stessa della foto. E' vero d'altra parte che lavorando su una foto professionale ad alta definizione le possibilità di “giocare” con la foto sono maggiori dal punto di vista tecnico. Quando si tratta di un ritratto, se c'è la possibilità di scegliere la foto tra tante, in genere consiglio di evitare una foto dove il soggetto guarda direttamente in camera o magari ride. Non perché non si possa lavorare, ma perché quando la foto è più “neutra” possibile ho più libertà di lavorarla senza essere condizionato da una espressione diretta e caratterizzante del soggetto da ritrarre. Questo a volte va in diretto conflitto con lo scopo del ritratto, che magari per il committente è proprio riuscire a sottolineare una espressione cara e conosciuta. Tutto si può fare, l'importante è avere chiaro l'obiettivo che ci si pone. Nei ritratti su commissione, sconsiglio sempre di scegliere un doppio soggetto, una foto cioè dove siano da ritrarre due persone contemporaneamente. Non so perché, ma credo che quando un quadro è appeso al muro e qualcuno lo guarda, il rapporto che si instaura tra lo spettatore e il ritratto sia molto più forte e diretto se è un rapporto uno a uno. Se si tratta di un soggetto multiplo, consiglierei quando possibile di scegliere una foto dove i soggetti già abbiano un intreccio tale, per l'equilibrio con cui sono stati sorpresi dalla foto, da renderli di fatto un unico soggetto. Per esempio se si tratta di un ritratto di coppia consiglio la foto di un abbraccio o di un bacio, che traduce due persone in un unico soggetto. Ovviamente questa non è una regola rigida, ci sono delle foto che per le loro caratteristiche si lavorano benissimo anche se non rispondono a queste indicazioni di massima. Mentre in altri casi è forse più appropriato scegliere magari due foto e fare un dittico, due quadri separati che però, per coerenza cromatica e compositiva, funzionino bene anche appesi vicini. Costa di più ma in alcuni casi è la soluzione migliore.

Un caso a parte sono i ritratti su commissione da foto di bambini. Su queste foto è molto difficile lavorare. Si corre sempre un duplice rischio: da un lato, un quadro ha la sua forza spesso in una sua tensione drammatica, che se però la applichiamo al volto di un bambino si amplifica a dismisura. Il quadro che ne esce può essere bellissimo e potentissimo, ma troppo duro per un genitore (soprattutto se si tratta di un regalo a sorpresa). Dall'altro lato, si rischia di fare un quadro “di mestiere”, perfetto tecnicamente, fruibile, giocoso, coerente con le aspettative del committente, ma molto più un bel pannello colorato che non un'opera d'arte. Anche in questo caso, l'importante è sapere cosa si vuole.

La cosa migliore è dedicare sempre un po' di tempo a definire insieme il tipo di lavoro che si vuole fare, magari con le foto sotto mano, per iniziare poi a lavorare nella direzione giusta.

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